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Lettera di augurio del Dirigente Scolastico

Miei cari Insegnanti, Genitori e Alunni, mi piace immaginare così la nostra scuola: come un grande albero che dona i suoi frutti più belli...

Bambino di ALDA MERINI

Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore ...

lunedì 19 dicembre 2016

Ho letto un libro che...

Immagine correlataLo smontaBulli
TRAMA
In classe 5^ B c’erano dei ragazzi molto dispettosi: Alex , Andrea e Tommaso .
Loro prendevano in giro i compagni. Tra questi c’erano Giulio che  chiamavano “Giullio” , Marco che chiamavano “ Marcco ” , Elisa la maestrina e Francesca perché aveva troppa ciccia. Ma c’erano anche due saputelle che stavano al primo banco. Le  chiamavano le veline: Virginia la velina mora e Maria Vittoria quella bionda.
L’arrivo di un nuovo compagno di nome Pietro fa cambiare le cose. 
Alex , Andrea e Tommaso lo volevano prende pure in giro ma non ci riuscirono perché Pietro  non era disposto a sopportare i dispetti dei bulli.
Un giorno Davide comunicò che dovevano allenarsi per le gare sportive.
Era impossibile andare d’accordo in classe, figuriamoci  vincere la gara sportiva di Istituto!
L’arrivo di Pietro però farà vedere le debolezze dei prepotenti e la classe si trasformerà in un gruppo di ragazzi che insieme scoprirà il vero significato del detto “l’unione fa la forza”.
MORALE
Il fenomeno del bullismo è sempre più una realtà presente tra noi ragazzi, sia nella versione maschile che in quella femminile.  Se si prendono di mira delle persone e si scherza solo e sempre su di loro, può diventare  un problema serio.  I ragazzi lo fanno per divertirsi o per mettersi in mostra ma quando lo scherzo continua diventa pesante e ha ragione il  proverbio che dice “lo scherzo è bello quando dura poco”.
Lo consiglio ai miei compagni perché il libro ti fa riflettere tanto sui rapporti con i nostri coetanei.
                                                                                     Mirea Palumbo -  5^ F

venerdì 2 dicembre 2016

La tarantella siciliana
Con il termine tarantella vengono definite alcune danze tradizionali dell’Italia. Questo  ballo risale ai primi anni del XVII secolo.
Il nome tarantella deriva da “taranta” con cui si indicava la tarantola, cioè un ragno velenoso dell’Europa meridionale. All’inizio aveva una funzione medica infatti chi veniva morso da una tarantola, riceveva aiuto da una danza vivace, durante la quale si riteneva che vi fosse l'espulsione del veleno attraverso sudori e umori.
Poi la tarantella diventò un ballo ludico e festivo. Nell’antichità la danza veniva chiamata “Tarantedda”. Questo ballo è formato di balli di coppia non per forza uomo e donna. Esistono forme di tarantella di quattro persone ma anche di un solo ballatore.
La danza divenne il simbolo del Regno delle due Sicilie.
La tarantella più famosa è quella composta da Gioacchino Rossini.

                                                                                                                             Anita Gallo 5^ E